Befana, storia tra giochi e leggende

di Valentina Cervelli Commenta

Quando si parla della Befana tendiamo spesso a soffermarci su quanto più o meno giusto sia fare dei regali ai nostri bambini, ma non sulla sua storia. Vediamo di scoprirla insieme.

Una storia antica come il mondo

La storia della Befana inizia in tempi precristiani e si rifà a tradizione “magiche” riportate dalle popolazioni di generazione in generazione. La parola stessa che la indica deriva dal greco “epifania“, ovvero manifestazione o apparizione. Tradizionalmente la Befana viene rappresentata da una vecchietta dal mento appuntito e dal naso lungo. Questa si muove sulla scopa per portare ai bimbi buoni giocattoli e dolci buoni e a quelli cattivi del carbone.

Una sorta di Babbo Natale in gonnella che non disdegnerebbe di bere un bicchiere di vino e mangiare un mandarino o un’arancia prima di andare via. Tecnicamente parlando, a livello magico se così possiamo definirlo, la Befana rappresentava l’anno che era appena passato. Qualcosa di vecchio proprio come questa donna che portava doni simboleggianti buon auspicio per l’anno appena iniziato.

La Befana, secondo la tradizione cristiana, è invece legata ai Re Magi. Leggenda vorrebbe che in una fredda notte d’inverno Melchiorre, Gaspare e Baldassarre mentre si muovevano per raggiungere Betlemme chiesero informazioni una vecchietta. Dopo uno scambio i Magi chiesero alla suddetta di seguirli da Gesù bambino ma questa rifiuto. Pentitasi di non essere andata con loro la vecchina decise di preparare un sacco con dolci e di rincorrerli. Non trovandoli decise di bussare per ogni porta regalando dolcetti a tutti i bambini, nella speranza che uno di loro fosse il Bambino Gesù.

Cosa regalare alla Befana

In Italia la festa della Befana in modo tradizionale, dopo essere stata abbandonata per un certo tempo, è stata ripresa da Urbania, paese dell’entroterra marchigiano.

Da qualsiasi punto si voglia giudicare la celebrazione della festa della Befana è evidente che la sua esistenza sia legata a una voglia intrinseca di gratificazione dei più piccoli. E al contempo alla superstizione dei più grandi.

Più generalmente può essere considerata comunque una festa commerciale nella quale si tende a viziare i propri cari con ciò che è mancato nel corso delle feste natalizie. Una buona occasione generale per mangiare dolciumi con una scusa valida.

In ogni caso può rappresentare un’occasione, soprattutto per i più piccoli, per stabilire delle norme di comportamento per l’anno che segue. La minaccia di non ricevere dolci o regali se siete stati cattivi sui bambini fino ai 10 anni riesce ad avere moltissima presa.

Meno sugli adulti e sugli adolescenti che, se proprio vogliono una calza piena di dolci se la possono comprare da soli. E con estrema facilità.

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