Soulstice, gioiello made in Italy

di Valentina Cervelli Commenta

Soulstice è la riprova che gli italiani alla fine sanno fare bene anche nel mondo dei videogiochi. Quando si pensava allo sviluppo di questi programmi gli Stati Uniti erano l’unico paese preso in considerazione. Insieme al Giappone.

Made in Italy di livello

E’ innegabile che questi due paesi abbiano rappresentato per anni la culla di qualsiasi console e saga sviluppata. E che tutti quanti ricordiamo le sfide a colpi di dispositivi tra la Nintendo, la Sony, Sega e Microsoft. Qualcosa che col tempo ha portato sempre più persone a specializzarsi nello sviluppo dei videogiochi. E  a tentare di farcela in un settore che per tanti anni ha tenuto moltissime persone bloccate al suo esterno.

Soulstice è l’esempio perfetto di tutto ciò: un titolo completamente made in Italy che sta dimostrando come non solo la Ubisoft o la polacca CD Projekt RED possono farcela a raggiungere lo stato di sensazione mondiale.

Certo,  non bisogna dimenticare tutti quei gruppi indie che nel corso degli anni sono riusciti a tirare fuori i titoli che hanno conquistato i videogiocatori di tutto il mondo. Ma allo stesso tempo bisogna dare il giusto riconoscimento agli sviluppatori italiani. In realtà, infatti, il mondo dei videogiochi italiano è sempre stato molto prolifico in Europa ma non ha mai potuto contare sul sostegno delle istituzioni, le quali avrebbero potuto aiutarlo a diventare leader nel continente e nel mondo.

Le cose da questo punto di vista hanno iniziato a cambiare nel 2020, quando sono iniziati gli stanziamenti nei confronti del settore. E da quando anche l’Europa ha deciso di sfruttare questa branca di lavoro puntando a mantenere i propri talenti entro i confini dell’unione.

Soulstice uno stylish action

Tornando a Soulstice, parliamo di un titolo action narrato in terza persona di proprietà della Forge Reply, già conosciuta per titoli come Joe Dever’s Lone Wolf. Quest’ultimo è un videogioco ispirato alla famosa serie di libri game, apprezzato sia dalla critica che dai giocatori. Ehi nonostante abbia notato vita anche a Theseus, un horror per visori VR, questo videogioco è senza dubbio il loro progetto più ambizioso punto la ragione sta nel fatto che si tratti di uno stylish action, un gioco alla Devil may cry.

Creare questo tipo di videogiochi non è molto semplice: bisogna infatti combattere al top sui sistemi di combattimento con tutto ciò che questo concerne punto sia per ciò che riguarda i movimenti che per quanto riguarda il tempismo dell’esecuzione del gioco. E i programmatori italiani hanno mostrato anche in questo caso Italians do it better.

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